La via del nagomi by Ken Mogi

La via del nagomi by Ken Mogi

autore:Ken Mogi [Mogi, Ken]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI
pubblicato: 2023-01-20T12:00:00+00:00


Capitolo sesto

Il nagomi dell’apprendimento continuo

Il Giappone non è mai stato un Paese dell’abbondanza. Benché ricco in termini di tecnologia avanzata, nemmeno oggi dispone di grandi risorse naturali come petrolio, gas e metalli rari, e le uniche che in un certo senso vi abbondano sono forse le fonti d’acqua dolce e una quantità enorme di acqua salata.

Probabilmente è per questo che i giapponesi sono oltremodo consapevoli di doversi affidare al loro acume per guadagnarsi da vivere: fin da quando ero bambino mi sono sentito ripetere dai miei genitori e dagli adulti in generale che «il cervello è l’unica risorsa di cui il Giappone non difetta».

Sapere e conoscenza sono le riserve naturali del XXI secolo, e in un certo senso le esperienze degli altri sono un ricco giacimento di «petrolio» da cui chiunque può attingere in qualsiasi momento. Per molti di noi, tuttavia, il grosso del periodo della formazione si concentra nella prima parte della vita e troppo spesso il sistema educativo ufficiale trasforma lo studio in un lavoro ingrato, cosicché il diploma o la laurea diventano una liberazione dalla necessità di formarsi. Eppure la vita è lunga, e la nostra capacità di imparare e crescere non si ferma.

Quello di apprendimento continuo è un concetto chiave nel nagomi della vita, a prescindere dalla nostra età anagrafica. Da giovani dovremmo sempre ascoltare chi è piú avanti di noi negli anni per trarre beneficio dalla sua esperienza, e in Giappone l’idea di «ascoltare i vecchi» è una specie di tormentone. Allo stesso tempo, però, anche da maturi dovremmo prestare ascolto ai giovani, perché possono insegnarci cose nuove che noi ignoriamo. Per essere individui completi abbiamo insomma bisogno tanto della saggezza della vecchiaia quanto dello sguardo fresco della giovinezza.

Nella nostra cultura il sapere riveste un ruolo fondamentale. Ozu Yasujirō, forse il piú grande regista cinematografico giapponese di tutti i tempi, era un maestro di nagomi. I suoi Viaggio a Tōkyō, Il tempo del raccolto del grano, Tarda primavera e Il gusto del sakè sono tutti esempi di nagomi applicato, in particolare, alle relazioni familiari. I film di Ozu sono permeati dal senso di accettazione delle imperfezioni della vita e degli inevitabili cambiamenti provocati dal maturare dell’esperienza, per esempio dal matrimonio e dalla morte. Non sarebbe esagerato affermare che per molti giapponesi arrivare a somigliare ai protagonisti delle storie di Ozu, come ad esempio la figura del padre accogliente e comprensivo, significherebbe raggiungere lo scopo ultimo dell’apprendimento permanente. In occasione della cerimonia conclusiva delle Olimpiadi di Tōkyō del 2020, svoltesi nel 2021 a causa della pandemia di coronavirus, il tema musicale di Viaggio a Tōkyō ha addirittura accompagnato l’ingresso nello stadio della bandiera nazionale: una colonna sonora agrodolce perfetta per la fine di un’edizione di giochi olimpici avvenuta in tempi tanto difficili. I capolavori di Ozu colgono in modo eccelso la preziosità e la fragilità del nagomi della vita, riconoscendo la realtà dell’esistenza umana da una prospettiva molto profonda.

I genitori del regista erano originari di Matsusaka, una piccola città del Giappone occidentale, e qui il giovane



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